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Negli ultimi mesi, i legislatori negli Stati Uniti, in Europa e in Canada hanno intensificato gli sforzi per limitare l’accesso a TikTok, la popolare app social di proprietà della società cinese ByteDance, per cause afferenti a possibili minacce alla sicurezza. 

In particolare diversi governi avrebbero espresso preoccupazione per il fatto che TikTok, possa mettere in pericolo la privacy e la sicurezza degli utenti mettendo i loro dati sensibili nelle mani del governo cinese. La preoccupazione deriverebbe dalla possibilità di sfruttare i contenuti di TikTok come mezzo di disinformazione oltre che da leggi nazionali cinesi che consentirebbero al governo di richiedere segretamente dati alle proprie aziende per operazioni di raccolta informazioni. Il tutto inoltre si inserirebbe in un contesto di tensioni più ampie tra la Cina e i Paesi occidentali, correlate al conflitto in Ucraina.

Il divieto della Commissione Europea

Nel mese di febbraio per proteggere i dati e aumentare la sicurezza informatica anche la Commissione europea ha vietato al suo personale (oltre 30.000 dipendenti) di utilizzare TikTok, accrescendo ulteriormente le tensioni.

“La misura mira a proteggere la Commissione da minacce e azioni di cybersicurezza, che potrebbero essere sfruttate per attacchi informatici”, ha dichiarato la portavoce Sonya Gospodinova (fonte New York Times https://www.nytimes.com/2023/02/23/business/european-union-tik-tok.html), specificando che la regola, seppur temporanea e rivalutabile in futuro, si applicherebbe solo a dispositivi ufficiali della Commissione e a quelli personali dei dipendenti qualora impiegati anche in ambito lavorativo. 

TikTok, che ha affermato di avere come utenti 125 milioni nell’Unione Europea, ha negato categoricamente di condividere dati con i funzionari governativi cinesi e ha cercato di prendere le distanze dalla sua società madre ByteDance.

“Siamo delusi da questa decisione, che riteniamo sbagliata e basata su pregiudizi. Abbiamo contattato la Commissione per mettere le cose in chiaro e spiegare come proteggiamo i dati dei 125 milioni di persone che sono su TikTok ogni mese in tutta l’Unione europea”, ha dichiarato TikTok in un comunicato, rimarcando di essere al lavoro per migliorare la sicurezza dei dati degli utenti (fonte https://www.repubblica.it/economia/2023/02/23/news/tiktok_ue-389146687/). Una possibile soluzione proposta da TikTok, per superare questa criticità, sarebbe quella di decentrare i datacenter a livello locale in Europa. 

La decisione della Commissione Europea di bannare TikTok dai dispositivi governativi non ha comunque lasciato indifferente nemmeno il nostro paese dove è in corso un confronto tra le varie istituzioni per coordinare una linea comune.

Problemi di libertà di parola e espressione

La maggior parte dei divieti completi sono stati intrapresi solo da quei governi autoritari e che hanno il pieno potere di bandire l’utilizzo dell’app sul territorio nazionale, come accaduto in India, a metà del 2020 e in Iran e Afghanistan. Un divieto più netto imposto dai governi democratici finirebbe infatti con l’impattare negativamente con i principi di libertà di parola e di espressione. Motivo per cui gli stessi Stati Uniti alla fine del 2022 hanno vietato l’app per tre anni solo sui dispositivi governativi statunitensi utilizzati dall’Esercito, dal Corpo dei Marines, dall’Aeronautica Militare e dalla Guardia Costiera. I divieti in genere non si sono estesi ai dispositivi personali.

Cosa sta accadendo nel resto del mondo

Risulta un numero sempre crescente di paesi ed enti governativi che hanno vietato, seppure in modo parziale, l’app dai dispositivi in uso nelle proprie istituzioni ufficiali. Oltre agli Stati Uniti e all’Unione Europea i paesi che hanno messo al bando la piattaforma anche se parzialmente, mettendo ancora più pressione sulla società madre cinese, sarebbero:

  • Taiwan, bannato TikTok dai dispositivi dei rappresentanti governativi e dei dipendenti pubblici.
  • Canada, vietato TikTok da tutti i dispositivi governativi.
  • Lettonia, vietato l’utilizzo dell’app al ministero degli Esteri.
  • Danimarca, vietato l’uso dell’app sui dispositivi dei dipendenti del Ministero della Difesa.
  • Belgio, bannato TikTok dai dispositivi governativi.
  • Regno Unito, vietata l’app sui dispositivi governativi.
  • Nuova Zelanda, vietata l’app su tutti i dispositivi parlamentari.
  • Francia, vietata l’installazione dell’app su telefoni di servizio dei funzionari pubblici.

Come fare per proteggere dati se si utilizza TikTok

Per proteggere la privacy su TikTok, è possibile utilizzare le stesse buone pratiche (https://f3rm1.cloud/articoli/top-tips-per-proteggere-i-nostri-account-di-social-media) utilizzate su qualsiasi altra piattaforma di social media. Un’ottima abitudine da prendere subito potrebbe essere quella di non concedere alle app il permesso di accedere alle proprie posizioni e contatti.

Considerazioni finali

La causa che sta spingendo la maggior parte dei paesi del mondo a prendere le distanze dall’app social TikTok non sarebbe solo quella legata alla tutela della privacy dei suoi utenti, ma anche la potenziale influenza di possibili campagne di disinformazione del governo cinese e la diffusione di contenuti pericolosi che potrebbero influire negativamente soprattutto sui più giovani.  

In caso di interesse statale impellente con una azione mirata, i governi potrebbero impedire a TikTok di vendere pubblicità o apportare aggiornamenti sull’app installata dai propri cittadini, rendendola essenzialmente non funzionante. I gestori degli app store potrebbero bloccare/vietare i download dell’app per diffusione di contenuti inappropriati o illegali.

È il caso dello stato federato USA del Montana. Un disegno di legge di recente emanazione (SB 419 https://leg.mt.gov/bills/2023/billhtml/SB0419.htm) vieterebbe agli app store di permettere il download dell’applicazione TikTok, prevedendo multe in caso di violazione.

Certamente il blocco di un’app popolare come TikTok sta creando un forte dissenso tra i creatori di contenuti digitali, gli operatori di marketing, politici e testate giornalistiche che producono video su questa piattaforma, per i quali queste restrizioni potrebbero apparire troppo estreme. 

Bisogna sempre non dimenticare che gli smartphone sono ormai delle fucine di informazioni legate alla vita professionale, quotidiana e privata di ciascuno di noi e sulla base dei ruoli e delle cariche ricoperte, la condivisione di questi dati potrebbe davvero avere serie ripercussioni.

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