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I sistemi di tracciamento delle attività degli utenti sul web sono molti, ma negli ultimi tempi l’attenzione si sta focalizzando soprattutto sui dati raccolti e condivisi attraverso il digital footprinting (impronta digitale) del browser che è un metodo accurato per identificare browser unici e tracciare le attività online quando si utilizza Internet, inclusi i siti Web visitati, le e-mail inviate e le informazioni trasmesse sul web. 

Le attività online di una specifica entità digitale possono essere tracciate in modo passivo (tramite attività di navigazione e informazioni nei cookie) e attivo (tramite pubblicazione di post sui social media, creazione account online).  

Quando si naviga su Internet il dispositivo utilizzato invia una serie di dati specifici al server del sito web visitato, allo scopo di raccogliere informazioni sul tipo e versione del browser, sistema operativo, plug-in, lingua e altre impostazioni attive. Tutti questi dati successivamente possono essere raccolti per profilare e identificare le abitudini del visitatore per veicolare ad esempio della pubblicità mirata. Infatti i metodi di tracciamento e raccolta dei dati risultano proficui per le aziende pubblicitarie perché maggiore è il numero di dati forniti a queste aziende, maggiore sarà la pubblicità prodotta e maggiori i corrispettivi introiti.

Tracciamento attivo e passivo

Si parla di digital footprint attivo quando l’utente condivide deliberatamente le proprie informazioni personali, ad esempio pubblicando contenuti, partecipando a forum o compilando un modulo online, come l’iscrizione a una newsletter, o il consenso ad accettare i cookie nel browser. 

Si parla invece di digital footprint passivo quando vengono raccolte informazioni sull’utente a sua insaputa, come avviene, ad esempio, quando i siti Web raccolgono informazioni sul numero di visite effettuate dagli utenti, sulla loro provenienza, sul loro indirizzo IP oppure i social network utilizzano like, condivisioni e commenti per profilare gli utenti e indirizzarli verso contenuti specifici.

In questi casi il tracciamento è un processo nascosto, di cui gli utenti potrebbero non rendersene conto. 

Esempi di digital footprint

Ecco un elenco di fonti web che possono lasciare un’impronta digitale. Questi sono solo alcuni esempi di come la attività online di un utente accresca la propria impronta digitale:

  • Profili social. Anche se il profilo è privato e non si pubblicano informazioni personali, le società di social media possono comunque raccogliere dati.
  • Cronologia di navigazione su Internet. Il browser salva diverse informazioni mentre si naviga. Inoltre le società dei motori di ricerca raccolgono informazioni sulle ricerche effettuate che possono essere ricondotte agli internauti.
  • Posta elettronica. Ogni e-mail inviata e ricevuta passa attraverso i server di trasporto della piattaforma e-mail in uso lasciano tracce nei loro database.
  • Forum e chat online. La partecipazione a discussioni, chat, post e gioco online, lasciano un’impronta digitale, come ogni altra attività web.
  • Banca online. Quando si crea un conto e-banking, si pagano bollette, si controlla il saldo o si effettuano bonifici si lascia una propria impronta digitale.

Saper gestire e controllare la propria impronta digitale

Poiché è oggettivamente impossibile evitare il digital footprint se si usa Internet è opportuno saperlo gestire in modo da mantenere un’impronta digitale sicura e accettabile tutelando la propria privacy. Esistono vari modi che possono essere utilizzati per ingannare il tracciamento, eccone alcuni:

  1. Modificare le impostazioni sulla privacy dei social media. È importante prendere il controllo delle preferenze sulla privacy dei propri social media, gestendo e cancellando anche i cookie dei propri browser, preferibilmente non facendo solitamente affidamento sulle impostazioni proposte di default;
  2. Fare attenzione a ciò che si condivide, evitando un’eccessiva condivisione, stabilendo dei limiti ragionevoli; 
  3. Eliminare account social media obsoleti. È buona prassi chiudere gli account dei social media che non si usano più;
  4. Usare una VPN per proteggere la propria attività online. Una VPN crittografa il traffico di rete nascondendo a server di terze parti anche l’indirizzo IP effettivo del client;
  5. Utilizzare la modalità di navigazione in incognito. Diversi browser come Edge, Chrome e FireFox consentono agli utenti di navigare in modalità di navigazione in incognito;
  6. Installare plug-in di sicurezza. Esistono plug-in progettati per bloccare script che potrebbero consentire il tracciamento via browser;
  7. Usare il Browser Tor. La miglior soluzione sarebbe quella di eseguire Tor Browser in combinazione con una VPN adeguata;

Considerazioni

Non sempre il digital footprinting è però una cosa negativa. Infatti la tecnica spesso può essere utilizzata per individuare potenziali frodi, come nel caso delle banche che la impiegano per identificare anomalie e comportamenti sospetti.

Tuttavia, l’uso diffuso del digital footprint per la pubblicità mirata e il monitoraggio dei movimenti online delle persone solleva problemi di natura giuridica e serie preoccupazioni in materia di privacy. In tutta Europa le autorità di regolamentazione hanno sollecitato misure per limitare i cookie banner, e l’impronta digitale rientra appieno nel regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e nelle stesse norme che regolano il marketing dei cookies. https://ico.org.uk/for-organisations/direct-marketing-and-privacy-and-electronic-communications/guide-to-pecr/guidance-on-the-use-of-cookies-and-similar-technologies/what-are-the-rules-on-cookies-and-similar-technologies/ 

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