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Nell’era digitale in cui viviamo, la crescente minaccia dei crimini informatici sta richiedendo nuove e innovative strategie di difesa. Mentre il numero 112 ha da lungo tempo garantito un rapido intervento in caso di emergenze fisiche, l’assenza di un meccanismo simile per i crimini informatici rappresenta una lacuna significativa nella nostra sicurezza digitale. Tuttavia, l’idea di creare un numero di emergenza dedicato alla cyber security potrebbe fornire una soluzione efficace a questa sfida in rapida crescita.

L’ascesa dei crimini informatici, dall’hacking alle frodi online, ha dimostrato quanto sia vulnerabile la nostra vita digitale. Le statistiche dimostrano un costante aumento di attacchi informatici che colpiscono cittadini e imprese, causando danni finanziari compromettendo anche la privacy. In questo contesto, l’implementazione di un numero di emergenza per la cyber security potrebbe fornire una risposta tempestiva e specializzata a queste minacce.

Resilienza di base e vantaggi

Poiché le aziende spesso non dispongono delle risorse e delle conoscenze per proteggersi efficacemente dai crimini informatici e ci sono troppo pochi professionisti qualificati per occupare i numerosi posti di lavoro aperti nel settore informatico, l’istituzione di un numero di emergenza di cyber security così concepito potrebbe garantire alle piccole e medie imprese anche una resilienza di base. 

Un numero di emergenza dedicato alla cyber security avrebbe numerosi vantaggi:

  • Innanzitutto, garantirebbe un punto di contatto immediato per coloro che si trovano vittime di un attacco informatico. I cittadini o le piccole imprese potrebbero chiamare questo numero, ottenendo un supporto mirato da esperti in materia di sicurezza informatica. Questo intervento rapido potrebbe prevenire ulteriori danni e preservare le prove per eventuali successive indagini.
  • un numero di emergenza per la cyber security favorirebbe la diffusione dell’educazione digitale. Gli operatori potrebbero fornire indicazioni immediate su come agire caso per caso, promuovendo comportamenti più sicuri online. Questo avrebbe un impatto a lungo termine sulla prevenzione dei crimini informatici, contribuendo a creare una società più consapevole delle minacce digitali.

Pianificazione attenta

Tuttavia, l’implementazione di un tale sistema richiederebbe una pianificazione attenta e la collaborazione tra diverse parti interessate. Le autorità competenti dovrebbero coordinarsi con esperti di sicurezza informatica, operatori di emergenza e fornitori di servizi di telecomunicazione per garantire un flusso efficiente d’informazioni e risorse. Inoltre, una campagna di sensibilizzazione pubblica potrebbe essere necessaria per informare i cittadini sull’esistenza e l’importanza di questo nuovo servizio.

Un aspetto importante da considerare è anche il finanziamento di un tale servizio. Mentre i servizi di emergenza fisica sono ormai radicati nella società e nei sistemi di comunicazione, l’implementazione di un numero di emergenza per la cyber security richiederebbe investimenti significativi. Tuttavia, considerando l’ampia portata e l’impatto dei crimini informatici sulla nostra società, potrebbe essere giustificato dedicare risorse a un servizio per la protezione della vita digitale.

Cosa sta accadendo negli Stati Uniti

Il dibattito su un numero di emergenza per la cyber security non si limita al territorio nazionale. Anche a livello internazionale, la necessità di una risposta rapida e coordinata agli attacchi informatici sta cominciando a prendere piede. Negli Stati Uniti https://www.wired.com/story/ut-austin-cybersecurity-clinic-311 è già in discussione la possibilità di creare un numero di emergenza per la cybersecurity e anche l’Europa potrebbe seguire questo esempio. La crescente interconnessione digitale a livello globale rende essenziale affrontare le minacce informatiche con strategie innovative. Un numero di emergenza per la cyber security rappresenterebbe un passo avanti cruciale nel garantire la sicurezza digitale, fornendo un supporto dedicato e specializzato al bisogno.

Negli Stati Uniti, poiché le agenzie nazionali come l’FBI (Federal Bureau of Investigation) e la CISA (Cyber Security and Infrastructure Security Agency), impegnate su  minacce più gravi alle infrastrutture critiche, non possono essere  di aiuto alle imprese locali e piccole organizzazioni per implementare misure di sicurezza di base, si è pensato di colmare questa lacuna, lanciando centri di sicurezza informatica nelle università pubbliche e private formando preventivamente gli studenti come consulenti di sicurezza digitale: le cosiddette cliniche universitarie potrebbero essere il futuro della difesa informatica a livello locale. 

Negli ultimi anni, anche altre università hanno iniziato a utilizzare un modello simile per affrontare le minacce informatiche. Le scuole in Alabama, California, Indiana, Massachusetts e molti altri stati ora gestiscono cliniche informatiche.

La più recente di queste cliniche lanciata come  progetto pilota presso l’Università del Texas ad Austin (UT-Austin) https://www.strausscenter.org/cybersecurity/apply-here-cyber-clinic/  è nata da una iniziativa della CISA sull’idea di creare un numero di emergenza cyber a livello nazionale che offrisse aiuto alle imprese locali, ispirandosi ai call center comunali che i residenti chiamano solitamente per segnalare disservizi.

La direttrice della CISA Jen Easterly che ha fortemente sostenuto tale progetto pilota ha dichiarato https://www.cisa.gov/sites/default/files/2023-02/formal_response_to_cisa_cybersecurity_advisory_committee_recommendations_june_2022.pdf  di voler istituire un sistema informatico 311 a livello nazionale.

“Il progetto pilota UT-Austin ci sta aiutando a capire meglio come possiamo fornire servizi di sicurezza informatica per le piccole e medie imprese in tutta la nostra nazione”, afferma la direttrice della CISA Jen Easterly in una dichiarazione, aggiungendo di essere “veramente entusiasta”.

Un possibile modello da adottare

Potrebbe essere istituito un numero di telefono gratuito h24, 7 giorni su 7, a disposizione di cittadini, imprese e istituzioni pubbliche con un centro operativo di sicurezza (SOC) per rispondere alle chiamate di emergenza della comunità. E grazie a questo numero, ogni vittima o presunta tale di un attacco di sicurezza informatica potrebbe denunciare l’incidente. 

Una tale piattaforma di collaborazione tra operatori di servizi essenziali e fornitori di servizi digitali, avente come obiettivo quello di contribuire all’educazione di coloro che sono coinvolti in incidenti di sicurezza informatica, potrebbe essere pensata su due livelli operativi:

  • un primo livello in cui un call center fornisce supporto e assistenza iniziale. In questa prima fase viene fornito supporto tecnico alla vittima per far fronte in tempo reale all’emergenza, assegnando all’evento un numero identificativo univoco associato ad una scheda contenente le caratteristiche specifiche dell’incidente.
  • Un secondo livello in cui si analizzano i dati a disposizione e, sulla base della diagnostica, il SOC contatta la vittima fornendo informazioni su come procedere in coordinamento con il team per affrontare l’incidente. In questa fase l’evento si trasforma anche in un alert che potrebbe risultare molto utile come vademecum anche per eventuali casistiche simili future. 

In conclusione 

La creazione di un numero di emergenza per la cybersecurity potrebbe rivelarsi una pietra miliare nella difesa contro i crimini informatici. Questa iniziativa offrirebbe un meccanismo rapido ed efficace per affrontare le minacce digitali in continua evoluzione, proteggendo cittadini e imprese dall’impatto talvolta devastante degli attacchi informatici. Con la giusta pianificazione e cooperazione, l’Europa potrebbe adottare questa soluzione innovativa per preservare la sicurezza digitale in un mondo sempre più interconnesso.

In sintesi, l’idea di creare un numero di emergenza per la cyber security riflette l’evoluzione della nostra società digitale e la necessità di adeguare i nostri mezzi di risposta alle nuove sfide emergenti. Un servizio del genere oltre a poter garantire alle vittime di crimini informatici assistenza in modo tempestivo ed efficace, contribuirebbe anche ad aumentare la consapevolezza sulla sicurezza informatica della collettività. Sebbene possa richiedere sforzi considerevoli per l’implementazione, l’idea di un numero di emergenza per la cyber security potrebbe rappresentare un passo davvero importante verso un mondo digitale più sicuro. 

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